Sempre più consumatori fanno i propri acquisti su internet e, di conseguenza, crescono anche nuovi modi per ingannare le persone. Tra le più pericolose vi sono le truffe al confine tra il mondo digitale e la vita di tutti i giorni. Quella di oggi è la nuova “truffa del pacco sospeso”.
I truffatori approfittano della situazione pandemica per inviare messaggi chiedendo alle persone di pagare un piccolo importo per completare una consegna o una spedizione rimasta bloccata. Secondo la notifica, che può arrivare tramite SMS o anche su WhatsApp, il consumatore viene avvertito del fatto che il suo ordine non può essere consegnato o per un indirizzo errato, o per via di spese extra impreviste, un blocco alla dogana o di qualche altro motivo vagamente plausibile. Ad esempio, un SMS potrebbe riportare che, per costi doganali è richiesto un accesso a un link dove si potranno pagare delle somme per consentire di sbloccare il pacco.
Spesso si tratta di somme irrisorie, dai 2 ai 12 euro affinché sia garantita la fantomatica consegna, e naturalmente il messaggio rende impossibile identificare il pacco: i truffatori contano chiaramente sul fatto che le persone siano distratte o poco attente ed essere così inclini a pagare senza farsi troppe domande.
Il destinatario viene poi reindirizzato su un falso sito del servizio di spedizione dove poter effettuare il pagamento. Verosimilmente, in quel frangente di tempo il consumatore potrebbe effettivamente essere in attesa di un prodotto acquistato online, dunque è del tutto naturale allarmarsi.
Cosa succede cliccando sul link: il consumatore potrebbe incorrere in due generi di rischi, il cui minore, dopo aver inserito i propri dati (nome, cognome, indirizzo, email, metodo di pagamento), è quello di ritrovarsi abbonato a qualche servizio a pagamento, servizi spesso molto costosi (50/60 euro a settimana).
Ecco perché è importante non inserire i propri dati su siti sconosciuti, bisogna leggere tutte le indicazioni, anche quelle scritte in piccolo e, se si fosse dato il proprio consenso a degli abbonamenti, il consumatore può sempre recedere dal contratto: basterà cercare sul sito l’indicazione di cancellazione dall’abbonamento.
Ma un rischio ancor più grave è cascare nel phishing: la tecnica che cerca di “prendere all’amo” le credenziali dell’utente per accedere ai dati bancari o alle informazioni registrate nell’account per accedere ai social network.
Il nostro consiglio dunque è quello di non cliccare mai sui link che arrivano tramite SMS o WhatsApp. Qualora si faccia ciò, è necessario verificare il sito su cui si è giunti nel suo dettaglio, compresa la URL – il nome dell’indirizzo di quel sito – che potrebbe, per assonanza, somigliare a quello di uno spedizioniere ma non è il suo sito ufficiale.
In caso di dubbio contattare il venditore dal quale si è comprato il prodotto online per ricever informazioni. Nei casi più gravi, occorre segnalare queste truffe alla polizia postale e ad una associazione consumatori, ricordando che c’è sempre un modo per venirne fuori.